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2010.11.10 – “Dalla tragedia di Lampedusa alcune proposte” di Paolo Appoggetti

Pubblicato il 10 Novembre 2013 da admin

Paolo Appoggetti

Paolo Appoggetti

Lampedusa, 3 ottobre 2013: barca con a bordo più di 500 persone affonda, almeno 360 morti. Sono 19142 i morti ufficiali a quella data dalla prima tragedia del 1994 con circa 300 indiani scomparsi, senza contare quelli scomparsi nelle tragedie del mare di cui nulla abbiamo saputo. E’ stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso : Papa Francesco ci ha dato una bella strattonata con il suo “è una vergogna!” e dopo di lui tanti hanno parlato , qualcuno anche a sproposito. Sono intervenuti a Lampedusa in tanti: Alfano, Letta ed anche l’Europa, la Comunità, con Schulz, Barroso ed altri : cosa è cambiato? Poco oggi ma si promette più concretezza per il futuro. Forse è il momento di esprimere qualche idea/proposta da cittadini e rotariani impegnati chiedendoci cosa dovrebbe fare il nostro Paese in collegamento stretto con la Comunità Europea e cosa potrebbe/dovrebbe fare il Rotary di fronte a questa innegabile “emergenza umanitaria permanente”. Bene, fissiamo alcuni elementi di base: sono profughi e non emigranti: scappano dalle guerre civili, dalle dittature, dai soprusi, dalle miserie di ogni tipo dei loro paesi e anche dalle “non più” Primavere Arabe recenti. Alimentati dalla speranza, spinti dalla disperazione scappano mettendo in gioco tutto compresa la vita, mettendosi in mano a organizzazioni ed individui criminali che noi lasciamo agire pressoché indisturbati; l’Italia non è la meta ma la porta privilegiata d’Europa per loro: si tratta di un problema europeo quindi e non solo nostro. Basta vedere da “lavoce.info” i dati ufficiali dei rifugiati 2011 in Europa: 571 mila in Germania, 210 mila in Francia, 194 mila nel Regno Unito, 87 mila in Svezia, 75 mila in Olanda, 58 mila in Italia. Questi sono i dati: infatti la maggior parte di chi sbarca in Italia progressivamente, appena libero di muoversi, si sposta negli altri paesi europei; si tratta dunque di un flusso continuo, con respingimenti da qualche paese (Malta), accoglienza forzata e disorganizzata da parte nostra ed indifferenza generalizzata degli altri paesi che non costituiscono la porta di accesso all’Europa. E’ un flusso inarrestabile di persone che nulla può fermare: né il rischio della vita, né il buio del futuro, né leggi punitive ; le spinge la speranza di una nuova vita dignitosa in un paese civile; i costi generati dalle continue emergenze sono enormi per gli interventi del “dopo” : la ricerca ed il salvataggio dei dispersi, la sepoltura dei morti, l’accoglienza degli scampati , il disagio delle comunità locali e, così via con tutto quello che segue. Allora cosa proporre?

Per Italia ed Europa: - L’Italia deve imporre, come ha iniziato a fare Letta, all’Europa questo problema e pretendere che le risposte siano europee in termini di costi e di partecipazione operativa. - Il flusso degli arrivi va gestito e regolato preventivamente con una struttura attiva permanente che preveda: a)accordi di cooperazione sul problema con tutti i paesi del sud del Mediterraneo con contingentamento adeguato del flusso, b)l’istituzione Teste di Ponte presso i paesi di imbarco, con strutture europee in grado di gestire in via preventiva richieste di accoglienza/rifugio nei vari paesi europei, c) navi a bandiera comunitaria che traghettino gratuitamente i rifugiati in Europa con percorsi di partenza /arrivo prefissati sottratti a scafisti ed organizzazioni criminali, d)inserimento nel paese destinatario attraverso percorsi di assimilazione programmati per esseri umani sfavoriti e non animali. - I costi dovranno essere a carico della Comunità Europea secondo budget annuali collegati alla struttura operativa prevista e secondo l’intensità del flusso migratorio programmato.

Per il Rotary: Considerata questa emergenza “rilevante” che negli anni , progressivamente, va ad interessare milioni di persone provenienti dai paesi sfavoriti del mondo e coinvolge direttamente i paesi avanzati europei il Rotary International deve dichiarare il suo impegno su questa emergenza. Nel frattempo , come movimento dal basso: i Club verso il loro Governatore di Distretto, i Distretti verso i Responsabili di Zona ed il Presidente Internazionale devono lanciare la sensibilizzazione verso questa emergenza. Contemporaneamente ciascun Club in cooperazione Interclub e Distrettuale deve individuare spazi di intervento nelle sfere di azione possibili nell’ambito di questa emergenza anche in alleanza con altri Enti attivi sul territorio nazionale e lanciare progetti significativi ed efficaci. Concludendo, a chi potrebbe essere perplesso sulla possibilità di poter fare concretamente ed ottenere qualcosa io suggerisco e raccomando: parliamone, esprimiamo idee e disponiamoci in prima fila pronti a fare , se iniziamo molti ci seguiranno! Paolo Appoggetti

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