Si può tentare di fare in modo che la somministrazione dall'esterno dell'insulina riesca a ripetere quanto avviene normalmente nell'organismo, capace di mettere nel circolo sanguigno la quantità di ormone esattamente necessaria in quel momento? Pare essere questa la sfida da vincere per i diabetologi, almeno a quanto emerge dal congresso "Panorama Diabete", organizzato dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) a Riccione. "L'insulina ha ancora il grosso limite di dover essere somministrata attraverso iniezioni sottocutanee e in maniera un poco "cieca", nel senso che non si sa quanto glicemia ci sia in giro - spiega il presidente SID Stefano Del Prato". Il nostro organismo invece riesce a produrre insulina sufficiente per controllare la glicemia senza farla scendere troppo e quindi evitando i rischi di ipoglicemia e senza farla salire in maniera eccessiva. Le soluzioni attualmente in studio avanzato e già applicate nella pratica clinica per far sì che la produzione dell'ormone sia armonica con le necessità dell'organismo sono diverse: basti pensare allo sviluppo che sta avendo il trapianto di isole pancreatiche e alle promesse del pancreas artificiale. Ma non mancano alternative ancor più affascinanti, come la cosiddetta insulina "intelligente". Secondo Del Prato si tratta in pratica di un'insulina inglobata in polimeri capaci di percepire i livelli della glicemia: se questa si alza, questi "contenitori" fanno uscire l'insulina, mentre la conservano al loro interno se la glicemia scende troppo. Addirittura sono allo studio versioni orali di questo nuovo ritrovato farmacologico, ma ci vorrà tempo per avere a disposizione questi "contenitori" dell'insulina, che potrebbero rappresentare un'importante soluzione per combattere il rischio di crisi ipoglicemiche. Alessandra Pompei