La casa è piccola ma piena di colori, i mobili sono rimediati ma ben messi, c’è un sito dove si trovano a regalo se solo te li vai a prendere. Una coppia giovane, due bambini piccoli, negli occhi la voglia di sperare ancora e un bagaglio enorme di disperazione. Tutto è cominciato nel 2011, un tremendo incidente per lui che resta in coma un mese, aveva poco più di 30 anni. Quando si è svegliato si è ritrovato i reni fuori uso, il bisogno di fare la dialisi tre volte a settimana, l’impossibilità di lavorare e 270 euro di pensione. Lei ha qualche lavoretto per campare ma non ci si arriva da nessuna parte: “Abbiamo bollette ammucchiate da pagare, quando arriva la pensione riesco appena a comprare un po’ di carne per i bambini ma solo all’inizio del mese, poi basta. Chiediamo aiuto ai servizi sociali ma il risultato è che vengono fatte le fotocopie alle nostre bollette e ai problemi che abbiamo e basta. Dopo un po’ però la luce ce la staccano e noi non si sa come vivere”. E poi ci sono i pulmini per la scuola dei piccoli, la mensa, la vita di tutti i giorni. Oggi però il problema più grande è un altro ed è urgente. Lui può liberarsi della dialisi e tornare a condurre una vita normale se riesce a fare un trapianto. Il donatore c’è, è un cugino di lei, quasi fratello, che è compatibile e dona, insieme devono andare in una città del nord Italia e procedere con l’intervento che il trapianto da viventi non si fa da queste parti. L’appuntamento con la vita e con la speranza è per il 1 ottobre: “Solo che non sappiamo come fare, raccontano insieme, bisogna andare su, lasciando i piccoli ai nonni che pure vivono con pochi spiccioli, vivere qualche giorno, pagare anche il viaggio al cugino disoccupato, capire come sopravvivere in quei giorni che speriamo vada tutto bene. Stiamo girando da tutte le parti per capire come fare e intanto i giorni passano e non vediamo la strada”. Serve un viaggio per tre all’andata, il ritorno per lei che deve rientrare per i figli, il ritorno per il donatore e poi per lui che deve restare ricoverato almeno 20 giorni. Serve un appoggio per qualche giorno per lei che vuole stargli vicino in questo momento delicato, serve una mano che si tende: “Non sappiamo più a chi chiedere, racconta lei, quello che vorrei più di tutto sarebbe un lavoro sicuro e stabile che mi permetta di mantenere la mia famiglia almeno finché lui non sarà di nuovo in grado di aiutarci. Vorremmo capire a chi dobbiamo rivolgerci per avere un sostegno, fino al 2011 ce la siamo cavata bene ma oggi è impossibile andare avanti. Abbiamo venduto tutto quello che avevamo per mangiare, oggi ci resta solo la speranza di questa operazione che possa riportarci in vita tutti quanti”. Una richiesta di aiuto che non è caduta nel vuoto. Una di quelle situazioni che ti fanno capire che in un territorio come il nostro tutto tiene, finché tiene la solidarietà. Fin dal mattino è cominciata una vera gara di solidarietà, che ha visto in testa il Prefetto Emilia Zarrilli, oltre ad alcuni privati cittadini e a importanti imprenditori locali che non sono rimasti indifferenti alla situazione. I due, Anna e Andrea, saranno questa mattina ricevuti dal Prefetto che si è attivata con prontezza e generosità e vedrà fin da subito come poter coordinare le proposte di aiuto che sono arrivate. Anna si dice travolta dall’emozione, anche la Croce Rossa si è fatta avanti per dare un sostegno logistico alla trasferta che la famiglia dovrà affrontare, tra pochi giorni. Sandro infatti dovrà essere in una città del nord il 1 di ottobre, per sottoporsi ad un trapianto di rene che gli consentirà di tornare ad una esistenza normale. Oggi è attaccato alla macchina per la dialisi, tre volte alla settimana, a soli 36 anni, ed è quindi impossibilitato a lavorare. Il rene è un regalo di un cugino di Anna, disoccupato anche lui, che però si è generosamente offerto di garantire la rinascita di Andrea. Solo che manca tutto, mancano i soldi per il viaggio, per il soggiorno di Anna, per mangiare, per il quotidiano vivere di una famiglia di quattro persone che ha soltanto una risorsa di 270 euro di pensione per andare avanti. Per dare a due bambini una parvenza di futuro, bimbi che hanno ancora diritto di sognare. Spiega Anna: “Non chiediamo la carità, abbiamo faticato ad avere risposte dai servizi sociali ma non sappiamo proprio come andare avanti. Io vorrei tanto lavorare, ho la possibilità di fare qualcosa, chiedo solo questo, di avere una possibilità. L’attenzione ricevuto ci ha commossi, ieri Sandro era a fare la dialisi ed era emozionatissimo dal calore che ha sentito attorno alla nostra storia. Speriamo davvero che il suo problema di salute si risolva per il meglio e che si veda la fine di questo tunnel”. Angelica Malvatani