Io di solito alle conferenze stampa vado per ascoltare, per scrivere, per registrare. Stavolta c’ero io davanti ai colleghi, a parlare di un progetto a cui tengo molto. È nato in questi giorni “L’Altra chiave news”, il giornale dei detenuti della casa di reclusione di Fermo, 12 pagine fitte di storie, di denunce, di interventi autorevoli, come quello firmato dal professor Glauco Giostra, di fotografie a raccontare un’esperienza. Ci abbiamo lavorato, io come direttore responsabile e una decina di persone, giovani per lo più, italiani ma anche stranieri, il mercoledì mattina, nella stanza che è anche la scuola, la biblioteca e l’aula multimediale. Tutto insieme perché nei posti piccoli si deve fare così, ci si arrangia. Ci siamo arrangiati e abbiamo lavorato, loro hanno scritto con impegno, con onestà. Non hanno chiesto sconti, cercavano solo la dignità, la possibilità di scontare la loro pena in condizioni umane. Hanno perso tutto, per uno sbaglio, hanno spezzato le loro famiglie e passano gli anni senza veder crescere i figli. Sognano un lavoro che possa restituire loro la forza di alzare la testa. Un progetto fortemente voluto dalla direttrice del carcere, Eleonora Consoli: “Questo giornale serve ai detenuti, che si tengono impegnati e che costruiscono qualcosa, e serve per aprirsi al fuori, per far capire che questa struttura non è e non vuole essere un corpo estraneo alla città”. Un progetto sostenuto con forza dal sindaco, Nella Brambatti, che ha coinvolto anche lo sponsor Steca energia e ha fatto in modo che la redazione potesse contare su alcuni computer, anche col supporto del Rotary club: “Non sono solita chiedere, ha sottolineato il sindaco, ma quando vedo una causa giusta e importante non ho esitazioni e alla fine è difficile dirmi di no. Sono stata altre volte in questo carcere e mi sono resa conto che con poco si può migliorare la condizione di vita delle persone detenute che devono espiare la loro pena con dignità”. Nel primo numero, le fotografie di Andrea Braconi e i testi di una decina di detenuti che si sono raccontati, hanno parlato soprattutto per i giovani: “Abbiamo voluto dire di noi, spiega Badri Hassan, che ama definirsi cittadino del mondo, vogliamo dire ai ragazzi che per uno sbaglio finisci per rovinarti la vita e che basta davvero poco. Vogliamo provare a dare un esempio positivo”. Persone che hanno frequentato corsi di formazione, che si sono misurati con carta e penna, che hanno riscoperto i loro talenti, disegnando, proponendo, costruendo alla fine un giornale di 12 pagine, realizzato alla Litografica Com di Capodarco in 300 copie. Si tratta di un quadrimestrale, il prossimo numero uscirà ad ottobre ed è già prevista una serie di incontri che coinvolga i giovani delle scuole superiori fermane, per parlare di legalità, di Costituzione, per provare a capire come va il mondo. All’incontro c’era anche l’educatore della casa di reclusione fermana, Nicola Arbusti, la coordinatrice dell’Ambito XIX, Daniela Alessandrini, ha ricordato il progetto “L’altra chiave”, che si proponeva proprio di offrire strumenti ai detenuti per la vita fuori, per reagire ad una situazione che è di estrema difficoltà. Le conclusioni di don Michele Rogante che in carcere è assistente spirituale: “L’arcivescovo Conti ha seguito da vicino questa esperienza, porteremo questo giornale nelle parrocchie e anche all’interno del nostro periodico, la Voce delle Marche. Perché queste parole arrivino davvero al cuore delle persone, fuori di qui”. Angelica Malvatani