Nel 1589, inviando il suo curriculum per ottenere la cattedra di lettura di matematiche alla Università di Pisa, il giovane Galileo Galilei scriveva di essere allievo di «M. Ostilio Ricci, huomo segnalatissimo e provvisionato del Gran Duca Francesco di felice memoria, del quale ci sono anche fedi in commendazione del valor di questo giovane». Il matematico Ostili Ricci, colui che fu unico maestro del grande fisico pisano, era un fermano di nobili origini, nato da Orazio e Elisabetta Gualteroni il 27 settembre 1540 «quando lo studio delle scienze matematiche era risorto appena in Italia». Stando a quel poco che si sa della sua vita, la famiglia fu in ottimi rapporti con i Medici, signori di Toscana, per i quali svolsero servizi e incarichi. Per questo troviamo Ostilio a Firenze, matematico di corte del Granduca Francesco de’ Medici. Probabile, dunque, che proprio a Firenze il fermano abbia compiuto o completato i suoi studi, divenendo seguace e poi propugnatore delle nuove teorie intorno alla scienze matematiche. Grazie al suo biografo Vincenzo Viviani, che di lui fu allievo, sappiamo come Galileo apprese dal Ricci l’amore per la ricerca scientifica, tanto da abbandonare gli studi di medicina per seguire la sua vera passione di ricercatore e studioso delle scienze. Il matematico fermano frequentava spesso casa Galilei, giorno dopo giorno affascinando il giovane rampollo, inculcando in lui l’amore e la passione per la matematica, della quale sembra gli impartisse segretamente lezioni private. Fu così che il diciannovenne Galileo scelse la propria strada, vincendo la resistenza paterna e abbandonando la medicina, Scrive il Viviani: «[…] cominciò dunque il Ricci a introdurre il Galileo nelle solite esplicazioni delle definizioni, assiomi e postulati del primo libro degli Elementi: ma questi sentendo preporsi principii tanto chiari e indubitati, e considerando le domande dell’Euclide così oneste e concedibili, fece immediatamente concetto che se la fabbrica della geometria veniva alzata sopra tali fondamenti, non poteva essere che fortissima e stabilissima». Se Galileo arrivò a tanto, anticipando la modernità della ricerca scientifica e delle teorie matematiche, il merito – come attesta il suo biografo – fu del maestro che l’appassionò e l’avvio agli studi, seguendolo successivamente sino ad appoggiarne la candidatura all’insegnamento nello Studio di Pisa. Non conosciamo la data di morte di Ostilio Ricci. Si sa soltanto che diresse, sempre per incarico del Granduca, la fortificazioni delle isole al largo di Marsiglia, meritando riconoscimento anche nel campo dell’architettura militare.