Nella Primavera del 1944 mentre con la famiglia eravamo nascosti presso “La Peschiera” della M.sa Ciccolini nella profonda campagna maceratese per sfuggire alle Brigate Nere della RSI, che nell’Ottobre 1943 avevano arrestato a Falerone mio padre noto antifascista rinchiudendolo nel carcere di Fermo, proprio sulla Piazza principale di Fermo, si verificò un episodio sanguinoso. Ci hanno raccontato che da Ascoli Piceno era giunto in piazza un autocarro dell’Esercito aderente alla Repubblica Sociale, con alcuni militari in ritirata verso Nord: si dice che trasportasse anche la cassa del reggimento. Al comando della Truppa il Capitano dell’Esercito “repubblicano”, Conte Marino Falconi di Fermo, con Palazzo sul Corso, ma con entrata su via dell’Università. Il Conte Marino Falconi, marito di Urgilla Luciani Ranier, padre di Edda, Rita Silvana, Stefania, era sempre stato un fascista convinto. Si racconta che i Partigiani fermani, all’epoca già attivi e organizzati, allertati dall’arrivo dell’autocarro militare, accorressero armati in forza sulla Piazza. I militari impressionati, si sbandarono senza avvertire il comandante Falconi che era andato a palazzo presso la famiglia. Dicono che l’Ufficiale conte Marino Falconi sia accorso verso la Piazza per organizzare le truppe e difendere l’autocarro con la cassa del reggimento . Era in divisa e sembra che sia uscito dall’arco dell’orologio con la pistola in pugno dirigendosi verso l’autocarro. I partigiani si erano appostati nascosti dietro le colonne dei portici. Partirono numerosi colpi di arma da fuoco e il conte Falconi colpito decedette. Si dice che a sparare con un fucile sia stato anche un noto partigiano di Fermo, personaggio ed esponente politico importante. Così ci fu riferito all’epoca. Fabrizio Emiliani