Delle truppe alleate presenti a Fermo e nel Fermano nel 1944 e nel 1945 ricordo pochi flash.
- Una banda militare di scozzesi in gonnellino con le cornamuse che nei pomeriggi estivi suonavano marciando con passo esitato tra gli applausi dei fermani avanti ed indietro sulla Piazza, ancora denominata Vittorio Emanuele II
– La grancassa indossava una bellissima pelle di tigre.
- I grossi autocarri militari Dodge e Bedford a tre assi, pesanti e ferrosi guidati da militari polacchi o inglesi, sempre piuttosto alticci e prepotenti, che entrando in Piazza a notevole velocità demolirono con violenti urti i due fregi bugnati di granito pietra che fiancheggiavano l’arco di ingresso allargandolo per sempre; – il fregio bugnato – è rimasto soltanto sull’architrave.
- Le grandi scritte con vernice nera su alcuni muri della città “OUT OFF BOUND” , con un cerchio attraversato da una fascia nera, indicati i luoghi vietati alle truppe come cantine, o bettole, case di donnine allegre. La MP Military Police, con la ronda composta da tre agenti, vigilava con pistole e lunghi manganelli, molto severamente.
- Un soldato indiano accovacciato su uno dei muriccioli parapetto del Largo Calzecchi che si lavava e pettinava i capelli neri, lucidi, lunghi fino a terra, prima di rifarsi il turbante. Le truppe avevano i distintivi dei “BLACK CATS” e delle “OAKS”.
- Le continue richieste con bigliettini dei militari alleati a noi ragazzi, di indicare loro il “Villino due Palme”, ovvero il “Casino” in viale della Carriera, che doveva fare affari d’oro. In cambio delle informazioni ci regalavano quattro o cinque sigarette: Camel, 333, quale male, Navy Cut; tutti imparammo a fumare.
- Gli Ufficiali superiori Inglesi e/o Polacchi che erano ospitati nella Villa Vinci, nel Palazzo Sempronio, nel Palazzo Pennesi – Guerrieri, ad altri, ospitalità che portò poi a qualche matrimonio con nobili signorine fermane.
- Una serata musicale al cinema Helios con Pippo Capponi che vestito da Marinaio Americano cantava e ballava il TIP-TAP, molto bene.
- Una serata affollatissima al Teatro dell’Aquila, “Pugni e Canzoni” con un ring sul palcoscenico per gli incontri di boxe, e poi molte nuove canzoni americane: “Stella d’Argento”, etc.
- Ricordo anche una canzone italiana molto struggente che all’epoca otteneva sempre un grande successo: “Li abbiamo aspettati e sognati/ma lor non giungevano mai/poi quando sono arrivati…../quante feste, quanti fiori nelle strade tutti i dì/e passavano i liberatori puliti, sbarbati, in divisa, Kakì/………….quei militari/ la guerra la fan da signor, da miliardari/poi quando passeggio pel Corso/ improvviso mi assale un rimorso/………dammi la mano/il cuor batte ancora per te, Fante Italiano”
- Avevamo riavuto la energia elettrica per cui era finito il tempo dei lumi ad olio e delle lampade ad acetilene puzzolentissime ma valide, che avevamo dovuto adottare nell’Autunno 1943.
Fabrizio Emiliani