Il film racconta della battaglia parlamentare per l'introduzione nella costituzione degli Stati Uniti del 13º emendamento contro la schiavitù, mentre infuriava la sanguinosa guerra di secessione.
Abramo Lincon, é raccontato da anziano, ma la sua storia personale emerge indirettamente: figlio di contadini, viene dall'Indiana, autodidatta, impara il concetto dell'euguaglianza da Euclide, giovane avvocato dalla dialettica affabulatoria, fa della battaglia contro la schiavitú la battaglia della sua vita (me é una battaglia a favore della sola paritá legale e non a favore della paritá razziale), ma prevale in lui l'esigenza di evitare la scissione della nazione a costo di prolungare la piú sanguinosa delle guerre.
Il film racconta delle lotte parlamentari, per la conquista dei voti democratici (servivano i 2/3) a costo della corruzione e del ricatto, in una battaglia contro il tempo, perché, qualora fosse cessata la guerra civile avrebbero votato anche gli Stati del Sud che avrebbero impedito l'emendamento.
Un Lincon quindi pronto a corrompere e a minacciare, che pur potendo accellerare la resa del Sud fa prolungare la guerra con la sua enorme contabilitá di vittime.
Dal lato familiare si racconta di una moglie che non vuole che i figli vadano in guerra, di un Lincoln che favorisce il figlio piû piccolo, che non vorrebbe evitare la guerra al figlio grande, ma fa il tentativo di accontentarla. un personaggio importante é Stevens, il capo dei Radicali Repubblicani che dietro la battaglia parlamentare nasconde la sua battaglia personale (convive segretamente con la sua governante negra).
Un film dal grande afflato civile che ricorda AMISTAD e il COLORE VIOLA, di Spilberg, ma anche alcuni film sul parlamento USA di Frank Capra.
Bellissimo ma molto verbale, ricostruisce la figura a tutto tondo di Lincoln, oratore ipnotico e stanco, con un Daniel Day Lewis da Oscar!!
Alfonso Rossi