Il vestito della festa, il sorriso delle grandi occasioni, la felicità di stare insieme a qualcuno dentro una specie di famiglia, per una festa che qui assume il suo senso più vero.
Il pranzo di Natale alla mensa del Ponte si fa il giorno della vigilia, si passa prima in guardaroba a cercare qualcosa di carino da indossare, per rispetto agli ospiti che verranno. Insieme alle volontarie storiche ci sono anche parenti e amici, persone che hanno voluto condividere qui un momento di gioia, nel sentirsi parte di qualcosa di bello.
E c'era il sindaco, Nella Brambatti, insieme con la famiglia e l'assessore ai servizi sociali Paolo Calcinaro, a testimoniare una vicinanza reale alle difficoltà degli ultimi. Per la Diocesi c'era Monsignor Pietro Orazi e c'era il presidente del Rotary di Fermo, Daniele Travaglini, che ha portato all'associazione un assegno di mille euro, denaro per i poveri raccolto nel corso della cena di Natale del club, perché ci fosse un gesto concreto nei confronti di chi non ha nulla.
Insieme con il presidente del Ponte, Flavio Paride Postacchini, Franca, Piera, Elena e tutti gli altri hanno vissuto uno speciale giorno qualunque, con un menu più ricco e un pranzo un po' più lungo, per ritardare il più possibile il momento in cui la festa finisce e si torna alla dura realtà di sempre. Racconta Piera: “In questi giorni abbiamo tanta gente vicino, volontari, donatori. A noi serve però una vicinanza constante, che duri tutto l'anno e ci consente di dare delle risposte certe alle esigenze sempre più complesse delle persone che si rivolgono a noi.
L'appello che ci sentiamo di fare oggi a tutte le persone di buona volontà è di stare un po' di tempo qui con noi, per capire che siamo una famiglia, che ci si vuole bene, ci si aiuta, ci si sente più felici. Qualcuno è diffidente, pensa che qui sia solo dolore e sofferenza, sacrificio.
Noi scherziamo anche, cerchiamo di far sentire serenità e armonia alle persone”. Storie sempre più dolorose, c'è chi dorme in una casa abbandonata e certe volte ha talmente tanto freddo dentro che prende sonno nella sala mensa e quasi non si riesce a svegliarlo più.
C'è la giovane mamma che è tornata dall'ospedale in cui ha partorito col treno, da sola, per trovare l'aiuto delle signore del Ponte e recuperare il rapporto con la famiglia d'origine e stringere tra le braccia la sua creatura.
Tutti dicono la stessa cosa, qui ci sentiamo meno randagi, ci sentiamo parte di qualcosa, passiamo anche quando un pezzo di pane potremmo trovarlo perché quello che ci serve è una parola, la vicinanza, un'amicizia vera.
Per un Natale che si rinnova ogni giorno, perché forse Gesù sarebbe nato tra queste persone e avrebbe voluto portare loro un po' di felicità.
Angelica Malvatani