Il cavo orale svolge un ruolo fondamentale nella masticazione, nella fonazione e nella deglutizione, e avere un bel sorriso ci rende sicuri nella nostra vita di relazione. Ma dobbiamo sapere che mantenere sana la nostra bocca è importante anche per mantenere in salute il nostro intero organismo. Infatti è documentata in letteratura, già dai lavori di Chiu del 1998 una stretta relazione tra lo stato di salute delle nostre gengive e il quadro sistemico. In presenza di gengivite o parodontite (comunemente chiamata piorrea), il quadro infiammatorio ed infettivo locale va a sovraccaricare l’intero organismo aumentando il rischio per patologie di natura cardiovascolare, aumentando il rischio di parto prematuro e peggiorando il compenso nel paziente diabetico. La diagnosi per escludere la presenza della malattia parodontale, caratterizzata da un decorso cronico e quindi per lo più asintomatico avviene attraverso lo screening parodontale chiamato PSR ed una eventuale cartella parodontale completa. Essendo una malattia subdola poiché asintomatica è spesso diagnosticata troppo tardi, quando la sua terapia risulta essere complessa, mentre in uno stadio precoce , la terapia è semplice e predicibile. La cartella parodontale è un esame clinico non invasivo per la misura dello stato di salute del nostro parodonto: gengive, radici dentali e osso alveolare di supporto dei nostri denti. I valori principali sono il sanguinamento al sondaggio (BOP) che deve essere inferiore al 20%, l’indice di placca batterica (FMPS) che deve essere inferiore al 25% e la profondità di sondaggio che deve essere uguale o inferiore a 4 mm per tutti i siti misurati. In presenza di infezione batterica nel soggetto predisposto si attivano tutta una serie di eventi infiammatori delle cellule monocitarie che attraverso la liberazione di varie molecole come citochine, radicali dell’ossigeno e molecole lipidiche pro-attive portano alla infiammazione e alla distruzione dei tessuti parodontali, il processo non rimane localizzato al parodonto e attraverso diversi meccanismi si sviluppa una correlazione sistemica. Dal punto di vista infettivo sappiamo che in presenza di parodontite la batteriemia transitoria, anche attraverso lo spazzolamento dentale, porta molti mediatori dell’infiammazione ad invadere il torrente circolatorio, come TNF-alfa, PGE2, e proprio essi diventano i responsabili di eventi a carico di altri organi. I solchi parodontali hanno una estensione media di 70-76 cm2, quindi in presenza di parodontite, dobbiamo immaginare una superficie colonizzata da batteri che se fosse collocata su un braccio ci impedirebbe di sollevarlo. I patogeni parodontali, i batteri cioè responsabili della malattia parodontale, sono in grado anche essi di attraversare il torrente circolatorio e di raggiungere altri organi, in particolare nel 40% delle placche ateromasiche a livello carotideo e coronarico vi è la presenza di Porphyromonas Gingivalis (Pg), uno dei perio patogeni maggiormente coinvolti nello sviluppo della parodontite. La disseminazione colpisce principalmente i grandi vasi , il fegato, la placenta e il feto. E’ stato dimostrato che il Pg ha un effetto trombogenetico favorendo l’aggregazione piastrinica, produce inoltre un enzima che attiva l’endotelina, una proteina vasocostrittrice che gioca un ruolo nell’ipertensione, dando un ruolo alla strada infettiva per lo sviluppo dell’ipertensione e non solo metabolico. Inoltre lo stato infiammatorio causato al livello locale dalla malattia parodontale si ripercuote con aumento della Proteina C-reattiva come documentato da Ebersole nel 1997. A tal proposito dobbiamo ricordare come soggetti ritenuti sani ma con livelli più elevati di proteina c-reattiva presentano un rischio relativo più alto per accidenti cardio vascolari. Quindi oggi sappiamo che una buona igiene orale aiuta il cuore, e un approccio preventivo nella cura del cavo orale ha effetti sulla salute dell’intero organismo infatti la terapia parodontale riduce i markers pro-infiammatori sistemici anche se i dati provenienti dalla letteratura scientifica sono ancora iniziali. Nel frattempo non ammalarsi e avere gengive sane vuol dire vivere meglio e certamente avere un rischio più basso di sviluppare patologie cardiovascolari.
Andrea Giammarini