Una posizione molto attesa, una decisione sollecitata da più parte, un segnale politico importante che alla fine è arrivato: la Regione Marche non proporrà il ricorso alla Corte Costituzionale, contro la legge di riordino delle Province. Una decisione ampiamente prevedibile, viste le affermazioni del vice presidente della Giunta Paolo Petrini, al recente consiglio comunale aperto sulla questione. Petrini aveva parlato di un momento storico talmente delicato da imporre una reale riorganizzazione degli enti locali, senza tentare inutili resistenze. Ieri la nota della Giunta nella quale si legge: "La Giunta resta in attesa che il Consiglio delle autonomie locali (Cal) formuli un’ipotesi di riordino, come previsto dalla legge 135/2012, entro il 2 ottobre, da inviare all’Assemblea legislativa, la cui decisione verrà poi trasmessa al Governo nazionale come proposta della Regione Marche. La scelta di questo percorso, rispecchia quanto disposto dalla 135/2012 e ribadisce la volontà dell’esecutivo di rispettare l’orientamento delle autonomie locali, evidenziato nella decisione che il Cal dovrà assumere. Nel frattempo la Giunta ha acquisito un primo parere sulla legittimità costituzionale dell’articolo 17 della legge 135, che aveva richiesto al proprio organismo di consulenza, il Comitato legislativo. Secondo tale parere, predisposto dalla professoressa Barbara Randazzo dello Studio “Onida” di Milano, componente dello stesso Comitato, la disposizione statale non violerebbe la Costituzione, rendendo plausibile un rigetto del ricorso da parte della Consulta". Dunque una possibilità che non va percorsa, resta in piedi la necessità di ragionare su una riorganizzazione che non vada a penalizzare nessun territorio, come è stato ribadito anche ieri, nel corso della Direzione regionale del Partito Democratico che si è tenuta ad Ancona. Divisi gli animi all'interno del Pd che si è riservato di assumere una posizione unica dopo il 20 settembre, data in cui si riunirà il Cal per avanzare una prima proposta di riordino. La direzione regionale sarà riconvocata per il 24 settembre, il segretario regionale Palmiro Ucchielli ha ribadito che meglio sarebbe stato mantenere tutte le province di oggi ma che la legge è ormai chiara e occorre ragionare su una macroprovincia che rispetti tutti i territori. Restano arroccati gli esponenti di Macerata che sognano una deroga che mantenga almeno la loro provincia, altrimenti troppo distante da Ascoli, probabile capoluogo, e da Fermo. Una deroga che Fermani e Ascolani hanno invece respinto con decisione, nella convinzione di dover costruire una nuova realtà, ampia e che offra davvero, a tutti, le stesse opportunità.
Angelica Malvatani