Non ha avuto problemi al Senato il decreto ormai noto come Spending Review, una quantità di provvedimenti studiati per ridurre la spesa dello Stato, per evitare sprechi, per reagire alla crisi. E' il via libera anche al riordino delle Province, secondo l'articolo 17 che è stato corretto ed emendato prima del passaggio al Senato in Commissione Bilancio, così come spiegato al Resto del Carlino dell'onorevole Remigio Ceroni che sulla questione ha sentito anche il parere dei segretari provinciali del partiti del fermano, prima del passaggio in aula che pure c'è stato ieri. Una situazione che secondo il presidente della Provincia Fabrizio Cesetti è tutta ancora da definire: “Intanto non si può più parlare di accorpamento o di cancellazione, le province che non rientrano nei parametri fissati sono oggetto di riordino. Vale per Fermo, come per Ascoli e Macerata, tutte e tre azzerate e dunque si ricomincia da capo. Tocca al Consiglio delle Autonomie Locali, e poi alle Regioni, presentare una proposta di riordino che tenga conto dei requisiti minimi”. Secondo Cesetti dunque l'unico scenario possibile per arrivare a 350 mila abitanti e a 2500 chilometri quadrati è la macro provincia a tre, una provincia tutta nuova: “Tant'è vero che il Cal deve anche indicarne il nome che non può essere né Fermo né Ascoli né Macerata. Dunque non ci sono altre possibilità né si può pensare a comuni che passano da un territorio all'altro, se Macerata va da sola Ascoli e Fermo non ce la fanno a raggiungere i requisiti, Fermo e Macerata insieme tagliano fuori Ascoli che non può sconfinare. Dunque il destino è di stare insieme e su questo dobbiamo lavorare”. Secondo Cesetti oggi è il tempo di ragionare, senza preconcetti né prepotenze: “E' inutile arroccarsi sulle proprie posizioni, sperando di avere un qualche vantaggio da questa situazione. Oggi siamo chiamati a tenere conto delle esigenze dei cittadini, studiando una posizione per i servizi che possa essere la migliore possibile. La posizione baricentrica di Fermo ci aiuta, è un oggettivo vantaggio per i lavoratori, per i cittadini, per le istituzioni, per tutte quelle persone che si troverebbero altrimenti a centinaia di chilometri dalla Provincia”. Cesetti ribadisce comunque che resta in piedi l'idea di attendere la decisione della Corte Costituzionale: “Auspichiamo ancora il ricorso della Regione Marche, in questo momento si vogliono modificare le circoscrizioni, senza tenere nel dovuto conto la Costituzione. Senza dimenticare che poco si risparmia con un provvedimento che invece crea non pochi problemi”.
Angelica Malvatani