Sulla scia di rinvigorito entusiasmo e gioia, condivisi nella giornata dello scorso venerdì 20 luglio, in occasione della visita del Nostro Governatore Francesco Bignami, è con sommo piacere che scrivo queste righe. Ogni segmento delle storie di ciascuno di Noi ha il suo perché. Come le onde del mare, ciascuna unica, ciascuna pur mare. L’unità, nella diversità. E pian piano i frammenti delle nostre Vite compongono un puzzle meraviglioso. A volte non comprendiamo subito il senso di taluni avvenimenti. Magari ci ostiniamo anche a “scontrarci” con delle situazioni e/o con delle persone, consumando tanta energia vitale senza neppure ottenere risultati proficui o, comunque, non godendoceli. Ci capita? Cosa possiamo fare, allora, per cogliere l’insegnamento per Noi che si cela in quel passaggio di Vita e valorizzarlo al meglio? Feedback della Vita. Talvolta lo “antagonista” siamo proprio Noi stessi. Ce ne rendiamo conto? Vedere di essere in gabbia è la prima azione necessaria per poterne uscire. Strategia e percorso da seguire sono passi successivi. Quando il perché è forte, il come non è un problema. Nel percorso Rotaract – Rotary si trova una via “privilegiata” per vivere i rapporti interpersonali, partendo da quello basilare con se stessi, proiettati nello spirito di condivisione. Sta a Noi metterci in gioco e sperimentarci. E allora possiamo far tesoro di ogni momento. Custodire nei nostri cuori ciascuna emozione, lasciandola fluire in assonanza con quelle di chi circonda, per utilizzarle come stimoli motivazionali e indicatori di percorso. Imparare sempre più a stimolare chi è intorno a noi, per tirar fuori i talenti di ciascuno, canalizzandoli sinergicamente. E-ducere. Ineluttabile presupposto per fare ciò è porre attenzione alle risorse di ogni persona, di ogni situazione, a quanto c’è di “bello”, andando anche oltre il primo strato superficiale. Con chi possiamo cominciare? Se cominciassimo da noi stessi? Quando? Adesso. Quante volte ci è capitato di raggiungere un risultato agognato e poi, una volta realizzato, sentirci “strani”, non così felici come avevamo immaginato? Ci ricordiamo di gustarci il viaggio? Portare un messaggio di Amore e Pace, attraverso l’esempio. A “sigillo” degli spunti di riflessione testé enucleati, condivido un breve racconto ed una sequenza di immagini. <<Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00. Rilevai la pressione e lo feci sedere, ben sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse medicarlo. Lo vedevo guardare, continuamente, il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava quasi guarita; andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita. Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico, dato che aveva tanta fretta. L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla Casa di cura per far colazione con sua moglie. Mi informai della salute e mi disse che Lei era affetta, da tempo, dall' Alzheimer. Gli chiesi se la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi. Lui mi rispose che Lei non lo riconosceva più, già da 5 anni. Fui sorpreso, e chiesi “E va ancora ogni mattina a trovarla, anche se non sa, chi é lei?”. L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla, dicendo: ''Lei non sa più chi sono io, ma io so ancora, perfettamente, chi é Lei per me”. Il vero amore non é né fisico né romantico. Il vero amore é l'accettazione di tutto ciò che é, é stato e sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno! >> (Anonimo).
Marzia Marchionni