Pubblicato il 08 Marzo 2012 da admin
Giovanni Martinelli
Il 28 dicembre 1928 moriva a Montegiorgio, dov’era nato nel 1881 e dove, già malato, si era ritirato per godere migliore salute, il maestro Domenico Alaleona, uno dei protagonisti della musica italiana del ovecento, pioniere della musicologia.
D’animo inquieto, nella sua breve vita teorizzò l’armonia verso schemi più moderni, delineando, da esperto di musica vocale, la nuova teoria della divisione dell’ottava in parti uguali. Il suo lavoro e i suoi scritti (critico musicale per le maggiori testate del tempo, pubblicò tra le altre opere Moderni orizzonti della tecnica musicale / L’armonia modernissima, Studi sulla storia dell’oratorio musicale, Il libro d’oro dei musicisti) ne fanno tuttora uno dei protagonisti più importanti della moderna musicologia.
Diplomato in composizione, insegnò estetica e storia della musica al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma,
dove fu anche fondatore della Società nazionale di Musica moderna, del Gruppo dei Madrigalisti Romani, del Concorso nazionale di canto vocale.
Oltre che didatta, musicologo, critico musicale, direttore di coro (diresse la Corale «G. Monaco» di Livorno portandola a una prestigiosa affermazione nel Concorso internazionale di Marsiglia) fu anche apprezzato e prolifico compositore. Scrisse non meno di 600 composizioni per orchestra, coro, quartetto d’archi, pianoforte, banda (giovanissimo aveva diretto quella del suo paese). La sua opera maggiore, concretizzazione di teorie d’avanguardia, è Mirra (1913), la cui prima al «Costanzi» di Roma, proprio per la sua espressione modernista, divise il pubblico, destando consensi e polemiche.
Appassionato ricercatore nel campo della musica e del canto tra ’500 e ’700, ha lasciato composizioni e testi di grande importanza, oltre a trascrizioni da antiche composizioni e oratori sacri. Appartenente alla «Giovane scuola d’avanguardia», fu coerente con le sue convinzioni e con la necessità di un rinnovamento musicale per riavvicinare l’artista alla gente e per ricollegare la musica alle origini e alla tradizione popolare, verso la quale ebbe per tutta la vita una particolare predilezione.
Scrisse di lui l’Enciclopedia della Musica: «pur aperto a ogni nuova forma della cultura […] serbò sempre religioso amore per le memorie e i luoghi della sua infanzia […] il folklore e il paesaggio marchigiano rivivono nella sua musica».
Nell’insegnare, egli stesso diceva di non badare a «dati biografici insignificanti che ognuno può trovare in mille libri» ma al «succo, lo spirito, il nesso, il nerbo delle cose». Nella sua attività, nelle sue convinzioni, nelle sue opere, conservò sempre l’animo della nostra terra.
A Montegiorgio lo ricorda, e non poteva essere altrimenti, il Teatro cittadino, che a lui fu intitolato
Giovanni Martinelli
Domenico Alaleona