Discorso di commiato per la conviviale del 20 giugno 2008.
Un anno è trascorso e sembra ieri quando Michele passava a me il martelletto.
Un anno consumato in un soffio, tanti e tali gli eveninti, gli Impegnil le conviviali, gli incontri che sì sono succeduti.
Dissi allora che il passaggio del martelletto era il compleanno del Club perchè ad un anno che finiva un altro ne cominciava con la ruota che riprendeva a girare.
Promisi a voi dinamismo come trasposizione nel vivere del nostro simbolo, avendo per certa la aspirazione di mettere in campo un programma di risultati per dare un senso al mio anno rotariano e la certezza nel socio, che incontrarsi fra soci, sarebbe stato tempo ben speso.
Se buone iniziative sono state prese e buoni risultati sono stati raggiunti, Club lo deve all'armonia che ha pervaso il Consiglio in nome di quel sentimento a far bene che è stata la promessa di un anno fa.
Ho tenuto a vivere il Rotary attraverso appuntamenti mensili sempre diversi e di interesse, per affermare il nostro spirito di appartenenza al Club e vivere il Rotary come stile di vita, avere coscienza di appartenere ad un Club che la doverosità del Servìre, rende diverso dagli altri.
In tale convinzione abbiamo vìssuto un anno intero, nel quale tutte le iniziative intraprese non sono accadute per caso ma per effetto di una mentalità che ci siamo imposti come Rotariani e predisposti a vivere la cultura di un modo di essere che è la cultura rotarìana del “Servizio".
Il Consiglio ed io abbiamo lavorato per questo risultato e crediamo esserci riusciti.
Nel Club si è ricostituita l'aspettativa di dare un carattere ad ogni conviviale per soli Soci mediante la conversazione su temi mirati, quando la non proposizione da parte di nuovi Soci per farsi meglio conoscere nelle loro qualità che gli hanno invalso l'ingresso nel Club.
Sono state mantenute le aspettative di conviviali partecipate e veloci, sempre correlate alle tematiche esposte dal Relatore invitato dal Club a trattare argomenti fra i più disparati ma sempre di interesse per i soci a non ritenere che il Rotary serva a trascorre una serata tra amici.
Si, anche questo, ma nel senso del convito; un'occasione per ascoltare un amico, per intervenire, per proporre, per dialogare, per meglio approfondire qualcosa che soddisfi il tempo dedicato all'incontro.
Le attività sono state diverse pur dì raggiungere l'interesse dì tutti; ricordo con piacere la conviviale con il Governatore, propositiva e formale dì conoscere lo stile rotariano; ricordo l'esordio del Club nel territorio con il "Concerto di Fine Estate" a Tortoreto nel quale ben dieci Club di Marche ed Abruzzo hanno partecipato ad una conviviale di amicizia con l'ascolto di bellissima musica.
Abbiamo affrontato insieme tematiche di profilo internazionale con la Commissione Diplomatica Coreana e con il Vice Ambasciatore dì Israele.
Ci siamo fatti carico di scuotere la Cittadinanza Fermana dalla distrazione quando abbiamo richiamato l'esigenza di un restauro del "Bel San Filippo".
Al tema della nutrizione, nato dalle proposte di Pio Carlini e dì Giuseppe Amici abbiamo dedicato due conviviali al vino e all'olio e, simpaticamente, la conversazione con Massimo Teodori sull'America.
Momento piacevole è stato il viaggio del Club negli Stati Uniti all'insegna di saper concretizzare progetti ma anche saperci affremare e riconoscere cittadini del mondo in quanto rotariani.
Ed ancora l'allegro Inter-Club di carnevale organizzato dai quattro Club del fermano; la capacita' del Rotary ad individuare talenti con il Premio Cestoni; ripensare a momenti difficili per il nostro paese evocati dall'ultimo relatore Alessandro Perini.
Ripenso alla partecipata conviviale degli auguri di Natale, ma anche alla assenza del Club nell'incontro sull'argomento dell'Etica del lavoro che ha caratterizzato il tema rotariano dell'anno; un'occasione per riflettere, approfondire, proporre spunti di dibattito dalla relazione del Prof Luigi Amici tanto importante e sentita da averne risalto sulla stampa locale e con un bell'artìcolo di Mauro Bignami sulla rivista distrettuale "MAG" di Giugno.
Abbiamo trascorso una giornata con Anthony, Melina,Chaie, Jackie e Rutti Mc Laren, tutti, americani in visita alla nostra cittadella quale ne sono rimasti affascinati, con la sorpresa per Anthony, lui violinista, di assistere alle prove musicali di suoi coetanei da tutto il mondo in occasione del Premio Postacchini.
Anche in tale occasione il Rotary ha fatto la sua parte nel conferire un premio ai giovani musicisti prescelti dalla giuria esaminatrice; un vero trionfo di musicalità, preparazione e metodologia di studio.
Ben 18 fra incontri e conviviali hanno caratterizzato questo anno rotariano.
All’ esterno il Club ha partecipato con slancio nell'organizzazione del corso per non vedenti tenutosi ad Ancona ed al "Campus Regionale per Diversamente abili" nel quale il Club di Fermo e gli altri del territorio hanno organizzato una allegra e colorata serata di folklore con i danzatori di saltarello.
Anche li, pochi, nzi pochissimi i Soci, un po’ troppo distratti ogni qual volta il "Servìce" passa dal teorico al pratico.
Si è conclusa l'attività' rotariana dell’anno con la presentazione alle Autorità ai Sindaci del territorio, agli Enti ai Soci dei Quattro Club del Fermano il "DVD" sulla ricostituita provincia di Fermo, dedicato ai suoi 40 Comuni facentine parte, all'arte, alla storia al costume al suo paesaggio verde e dolcissimo, dai Sibillini al mare.
Grande è stato il compiacimento delle Autorità per un'opera ritenuta da tutti utile e bella, la prima nel suo genere, strumcnto efficace per far conoscere il territorio fermano in Italia e all'estero.
II nostro Club ha partecipato a tutti gli appuntamenti distrettuali e regionali ove ha sempre ricevuto apprezzamenti di stima e di considerazione.
Al mio esordio come Presidente affermai che questo operato di un anno sarebbe stato utile anche ad Eugenio quando mi sarebbe succeduto; l'anno è arrivato e questa sera consegno ad Eugenio un Club sereno, f attivo, ord i n a to, sitmato.
Vivere un anno da Presidente, ti fa apprezzare il Rotary perchè se hai dato, il Rotare ti ricambia facendoti crescere nella stima in te stesso.
Nel 2007 a me è toccata questa opportunità; insieme abbiamo fatto girare la ruota, insieme abbiamo divorato un anno.
Con voi ho cercato di concretizzare i sogni.
Da domani Eugenio si sentirà ben motivato ad affrontare le sfide che con il Club e per il Club vorrà intraprendere affinchè lo renda ancora migliore e più' apprezzato di quanto oggi non sia.
Da domani il Rotary avrà riconsegnato me a me stesso per tornare a vivere il Club da Socio, contento di aver speso un anno per il Rotary.
Ringrazio i miei Consiglieri senza i quali tutto ciò non sarebbe stato possibile e li ringrazio a cominciare dal Prefetto Edoardo, effidente e discreto, un Prefetto che ogni Presidente vorrebbe avere con se; ringrazio il segretario Patrizio sempre attento e preciso e Marco il Tesoriere.
Ringrazio i miei Vice Presidenti Francesco e Paolo per i loro apporti e la costruttiva dialettica in seno al Consiglio così come ringrazio i Consiglieri Giuseppe, Maurizio, Stefano per il loro ruolo vissuto insieme.
Un saluto di simpatia rivolgo ai tre Presidenti dei Club del fermano con i quali ho intrattenuto rapporti di autentica stima per una collaborazione che ha dato ottimi risultati.
Un ringraziamento particolare all'amico Tom che nel suo ruolo di Assistente del Governatore ha saputo onorare l'incarico creando fra i quattro Club qualcosa di nuovo e vitale, l’armonia, l’amicizia, la stima.
Ringrazio Titti per la sua disponibilità e la sentita partecipazione alla vita del Club.
Ringrazio tutti i Soci che hanno creduto in questo Presidente, ed anche quel Socio che non volle credermi; ringrazio i Presenti per avermi ascoltato.
Un ringraziamento speciale infine ad Antonella, per la sua pazienza e per la sua insostituibile collaborazione.
Domani Eugenio comincerà a correre, Io domani andrò in barca, ascolterò il mare, farò due chiacchere con un vecchio amico.
Questo è stato il mio anno con Voi per il Rotary; un anno che per quanto abbiamo fatto, non poteva darmi di più. Grazie.
Norberto
La conclusione del mio anno da Presidente non poteva prescindere dalla consegna di un ultimo Paul Harris, anche questo sul filo conduttore dell'etica del lavoro, per esaltare l'Uomo, il Cittadino quando si rende utile agli altri.
Se poi il lavoro è un cammino che dura cinquant'anni come lo è per il nostro Socio Fabrizio Emiliani, penso che nessuno oggi più di Fabrizio meriti il Paul Harris Yellow conferito alla persona, all'avvocato, al rotariano.
Fabrizio nel 2008 festeggia 50 anni di toga, 50 anni di avvocatura a tutelare diritti, a difendere la gente da chi tali diritti vuole non riconoscere.
E' una professione dura ma affascinante la nostra, perché fa conoscere l'animo umano nei più reconditi accessi, per dare risposte attraverso le leggi, concretizzare il senso del giusto e dell'ingiusto ed a 50 anni di professione forense si perviene solo quando non si è mai anteposta all'etica del giusto la convenienza dell'ingiusto.
In Fabrizio, nell'avvocato, l'Uomo Faber e l'Uomo Sapiens sono un tutt'uno perché è solo un tutt'uno di questi profili che un avvocato può guardare ai suoi cinquantanni di impegno professionale.
La toga dell'avvocato è un simbolo di dignità ed dell'alto lignaggio di una professione antica e cavalieresca, un eterno contrasto di interpretazioni a confronto sul comportamento degli uomini.
Se venissero meno i principi di lealtà e correttezza, la toga dell'avvocato diventerebbe gualcita, sciatta, vuota di simbolismo come riflesso evidente di una coscienza senza libertà, di un pensiero senza energia, un confronto perdente fra l'avvocato e le leggi, fra l'avvocato e se stesso.
Cinquant’anni di vite professionale sono ben altro; sono quello che un avvocato ha seminato ed il Paul Harris all'avvocato Fabrizio Emiliani è anche il plauso che dal Club oggi raccoglie.